La Direzione Generale del Mercato Interno della Commissione UE riconosce l’importante contributo di Mare Libero alla revisione del sistema delle concessioni balneari.

In continuità con l’incontro avvenuto a Bruxelles il 29 marzo 2023  prosegue l’interlocuzione proficua con la Commissione UE, che riconosce a Mare Libero non solo l’impegno civile dell’Associazione, espresso anche nella Petizione al Parlamento Europeo,  ma anche la rilevanza degli elementi forniti alla Commissione, che delineano un quadro della situazione delle concessioni balneari più obbiettivo e svincolato dagli interessi privati di categoria, rispetto a quanto finora espresso dalla politica.

Si riportano, di seguito, il testo della E-mail inviata  il 26 giugno 2024 dal Presidente di Mare Libero APS alla Direzione Generale del Mercato Interno, dell’Industria, dell’Imprenditoria e delle PMI e la lettera di risposta ricevuta il 26 luglio 2024.

  1. E-mail di Mare Libero

Alla Commissione Ue
Direzione Generale del Mercato Interno, dell’Industria, dell’Imprenditoria e delle PMI
( Kerstin.JORNA@ec.europa.eu )
E2, Applicazione Norme UE
(Salvatore.Dacunto@ec.europa.eu  )

C.A. Dott. Salvatore D’Acunto , Capo Unità E2

OGGETTO: Mare Libero APS – Situazione attuale dei Comuni italiani in relazione all’applicazione della Direttiva cd Bolkestein nella gestione delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo.

 Gentilissimi,
a seguito dell’incontro avuto a Bruxelles il  29 marzo 2023  e in riferimento alle finalità esposte nella Petizione presentata alla Commissione Petizioni (n. 0744/2023), questa Associazione vuole portare a conoscenza di codesta Direzione gli sviluppi più recenti della vicenda riguardante la gestione delle concessioni d.m. in Italia.

Come noto l’attuale parlamento italiano ha emanato una disposizione di legge (la n.14 del 24.2.2023)  che consente una ennesima proroga generalizzata delle c.d.m. al 31.12.2024, in aperta violazione del diritto eurounitario, come giustamente rilevato non solo dalla Commissione ma anche da numerose sentenze del Consiglio di Stato (tra le più recenti Cons. St., sez. VI, 27 dicembre 2023; n. 11200, C.G.A.R.S., sez. giurisd., 21 febbraio 2024, n. 119; Cons. St., sez. VII, 19 marzo 2024, n. 2679; Cons. St., sez. VII, 30 aprile 2024, n. 3940;  Cons. St., sez. VII, 2 maggio 2024, n. 3963;  sentenze gemelle Consiglio di Stato, VII, n. 4479-4480-4481 del 20 maggio 2024). Quest’ultimo ha ribadito che le normative europee e la direttiva Bolkestein in particolare sono self-executing, ed eventuali leggi nazionali in contrasto con esse devono essere disapplicate a tutti i livelli della Pubblica Amministrazione.

Ciò nonostante, molti comuni costieri italiani hanno comunque emanato atti di indirizzo, delibere e determinazioni dirigenziali sulla base della citata legge 14/2023 con i quali sono state prorogate illegittimamente le concessioni, per lo più nel periodo immediatamente precedente la scadenza fissata al 31 dicembre 2023 dalle cd sentenze “gemelle” del Consiglio di Stato,

L’associazione Mare Libero, che ormai è presente diffusamente sul territorio nazionale con oltre 200 aderenti e referenti in quasi tutte le regioni costiere del paese, a riprova di quanto il tema sia sentito dalla pubblica opinione, è stata in grado di raccogliere la documentazione relativa a una notevole mole di tali provvedimenti illegittimi di proroga (oltre 70 ).

Sulla base di questa documentazione Mare Libero ha recapitato a quei Comuni, e a tutti gli Enti interessati per competenza (Guardia Costiera, Agenzia del Demanio, Agenzia delle Dogane, Sovrintendenze Archeologiche e Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato) e per conoscenza (Procura della Repubblica, Corte dei Conti), atti di formale diffida richiedenti l’annullamento dell’efficacia delle proroghe e l’avvio delle procedure previste per legge alla scadenza delle concessioni (in particolare l’applicazione dell’art.49 del Codice della Navigazione). Questa attività ha prodotto al momento circa 70 diffide, distribuite con uniformità nelle regioni costiere, dal Friuli Venezia Giulia  alla Puglia, dalla Campania alla Liguria.

L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato – AGCM, sulla scorta di queste diffide,  avvalendosi delle prerogative previste dalla legge 287-1990 (Legge istitutiva AGCM) ha avviato autonomamente i riscontri sugli atti di proroga in questione, invitando i Comuni a rivedere o ritirare in autotutela i provvedimenti illegittimi entro un termine di 60 gg.. In alcuni casi ciò è avvenuto e riscontrando l’attività dei Comuni “in prospettiva concorrenziale” (atti di indirizzo puntuali per iniziare procedure selettive) ha archiviato la procedura di segnalazione. In altri casi, riscontrando invece l’inerzia dei comuni nella risposta alla segnalazione ad essi inviata o ritenendo non convincenti le motivazioni fornite dagli enti locali, l’AGCM, dopo la scadenza del termine concesso, ha deliberato di impugnare gli atti davanti ai Tribunali Amministrativi Regionali. Ad oggi sono 21 i comuni costieri contro i quali l’AGCM ha deliberato di ricorrere, grazie alle nostre diffide.

La situazione suesposta, a parere di Mare Libero, si configura come ulteriore aggravamento della confusione, giuridica, economica e sociale, derivante dalla resistenza del Governo italiano a dare finalmente  piena applicazione al diritto eurounitario nel settore delle concessioni demaniali marittime. .

Il mancato rispetto delle scadenze delle concessioni vede il proliferare oltre che di situazioni di illegittimità anche di casi di totale vuoto amministrativo, laddove in molti Comuni gli ex-concessionari continuano ad occupare le spiagge senza neanche i provvedimenti di proroga, per quanto illegittimi.  L’assenza di una legge di riordino complessivo del settore, produce non solo incertezza tra gli operatori uscenti e quelli potenzialmente interessati alla gestione delle spiagge, ma vengono a mancare soprattutto i criteri di riferimento per le future gare ad evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni.

In tale quadro, le richieste delle Associazioni di Categoria dei concessionari per un “diritto” agli indennizzi, che siano per il valore d’impresa o per l’avvio dell’attività, indennizzi già più volte riconosciuti contrari alle regole fondamentali della concorrenza, vengono comunque raccolte da esponenti parlamentari e tradotti in proposte di legge, ingenerando false aspettative e ulteriore confusione.

Il venir meno dell’efficacia delle concessioni senza che fossero esperite per tempo le procedure di evidenza pubblica ha prodotto, con l’avvio della stagione balneare, anche una situazione di grave disagio e disorientamento per gli utenti delle spiagge, cittadini e turisti, che vorrebbero legittimamente fruire in modo libero e gratuito anche di quelle che erano in concessione ma le trovano ancora occupate dalle strutture che andavano rimosse e incontrano le resistenze degli ex concessionari. Una situazione aggravata dalla generale scarsità di spiagge destinate alla libera fruizione, come denunciato anche da Mare Libero e documentato dagli organi di informazione.

Non va dimenticato, tra gli elementi che dovranno incidere sul destino delle concessioni e di cui il Governo italiano non ha finora fatto menzione, l’impatto ambientale negativo sulle aree costiere causato dall’eccessivo sfruttamento turistico dei litorali a discapito della loro tutela e resilienza, in direzione totalmente opposta alle raccomandazioni UE proprio sulla Gestione Integrata delle Zone Costiere.

In conclusione, auspichiamo che anche la nuova Commissione affronti urgentemente il tema del rispetto da parte dell’Italia delle norme europee e delle pronunce della Corte UE, per porre termine a questa situazione di grave incertezza amministrativa, di disapplicazione delle regole della concorrenza e soprattutto di violazione dei diritti fondamentali dei cittadini.

Rimaniamo ovviamente a disposizione per fornire eventuali ulteriori elementi di dettaglio sui documenti citati.

Cordialmente

Roma, 26 giugno 2024

Mare Libero APS
Il Presidente
Avv. Roberto Biagini

       2. Lettera di risposta

Avv. Roberto Biagini
Presidente
Mare Libero APS
conamal.aps@gmail.com

Oggetto: Vostri messaggi in merito alla “Situazione attuale dei Comuni italiani in relazione all’applicazione della Direttiva cd Bolkestein nella gestione delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo” (ns.ref. Ares(2024)4788400, Ares(2024)4668084, Ares(2024)4619384)

Gentile Avv. Biagini,

La ringrazio, anche da parte della Direttrice Kerstin Jorna, per i Suoi messaggi in nome della “Mare Libero APS” in merito alla questione in oggetto. L’attenzione e l’impegno della società civile sono fattori importanti al fine di creare consapevolezza, presso le istituzioni nazionali coinvolte, in merito all’impatto della mancata applicazione del diritto UE.

Le rilevanti informazioni da Voi condivise confermano la necessità di una revisione urgente dell’attuale normativa che regola le c.d. “concessioni balneari” in Italia, in linea con il diritto UE e la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’UE (GGUE).
Come a Voi noto, la Commissione, ha esortato in diversi contesti le autorità italiane a procedere ad una tale riforma. In particolare, le ultime proroghe disposte dalla legge n.14/2024 sono state oggetto del parere motivato emesso dalla Commissione il 16/11/2023 nell’ambito della procedura di infrazione INFR(2020)4118.

Siamo altresì a conoscenza delle ultime pronunce del Consiglio di Stato citate nella Vostra comunicazione e riteniamo che, fino ad un intervento normativo adeguato, tali pronunce possano effettivamente essere da guida per le amministrazioni competenti chiamate ad applicare il diritto dell’UE. Siamo anche a conoscenza dell’attività dell’AGCM e del vostro importante contributo a riguardo.

Da ultimo, osserviamo che la CGUE si è recentemente pronunciata in merito alla questione dell’“indennizzo ai prestatori uscenti” (sentenza dell’11/7/2024 nel caso C-598/22 – 2 Società Italiana Imprese Balneari) fornendo, dunque, indicazioni al legislatore italiano al fine di disciplinare anche tale aspetto.

La Commissione ha sollevato in numerose occasioni con le autorità italiane le conseguenze legate all’assenza di una legge di riordino complessivo del settore e la frammentazione giuridica che ne è conseguita e si impegna a farlo anche nel contesto della nuova legislatura europea, appena avviatasi.

Con l’occasione, e ringraziandoVi ancora per l’impegno e la collaborazione, Le porgo
distinti saluti.
Salvatore D’ACUNTO
Il Capo dell’unità