Entro il 31 dicembre 2024 i Comuni dovranno emanare i bandi di gara per l’assegnazione delle concessioni balneari così come previsto dalla direttiva Bolkestein e dal DDL Concorrenza, pena l’avvio della procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, con le relative multe.
La Regione Lazio, con il Piano Regionale di Utilizzo degli Arenili approvato nel 2021, non ha modificato sostanzialmente lo stato di fatto delle spiagge gestite in subdelega dai comuni costieri laziali, che dovranno in buona sostanza adeguare i loro PUA o approvarli in conformità.
Il rischio dei PUA comunali è quello di diventare vere e proprie sanatorie di tutti gli abusi accumulati negli anni e per questa ragione e’ necessario rafforzare la vigilanza e il controllo da parte dell’Ente Regionale.
Fino ad oggi i concessionari hanno pagato cifre irrisorie a fronte di guadagni stratosferici, e la situazione delle spiagge libere è tuttora deficitaria, con molti comuni ancora al di sotto della quota minima del 50%, e si registra una generale situazione di abbandono dei litorali non in concessione (come a Roma e Terracina), ovvero la trasformazione di fatto di molte spiagge libere con servizi in veri e propri stabilimenti (emblematico il caso di Gaeta). Il demanio marittimo è un bene pubblico inalienabile e il suo utilizzo deve tenere conto innanzitutto della funzione cui è naturalmente destinato, ovvero la libera fruizione collettiva da parte delle cittadine e dei cittadini nonché dei turisti. La vera “economia del mare” deve essere declinata con l’apertura delle visuali e l’abbattimento delle barriere di accesso, non con il mantenimento di privilegi e di monopoli.
Alcuni Comuni del Lazio si stanno organizzando per rivedere, in occasione dell’adeguamento al nuovo Pua regionale, le norme tecniche di attuazione dei piani urbanistici cercando di utilizzare la normativa che disciplina la destagionalizzazione come strumento per sfuggire ai vincoli delle autorizzazioni dei titoli edilizi degli stabilimenti e questa incongruenza ha portato a numerosi sequestri su tutto il litorale.
La costa laziale soffre in modo particolare dell’erosione delle spiagge, non risolta, anzi in alcuni casi aggravata, dai passati interventi con strutture rigide aggettanti a mare (quali pennelli, scogliere sommerse, ecc.). Le spese sostenute dalla Regione Lazio per queste opere ammontano a circa 56 milioni di Euro nel periodo 1990-2022 (stima su dati della stessa Regione Lazio Rapporto su Ostia 2012 e dell’Osservatorio Erosione Costiera) con un notevole aggravio per la collettività solo per favorire, peraltro nel brevissimo termine, poche imprese balneari. Inoltre molta parte del litorale del Lazio si è degradato anche a causa di scellerati interventi pubblici di ripascimento (si veda il disastro ambientale di Terracina la cui famosa sabbia dorata è diventata un enorme litorale di ghiaia e sassi) oppure a seguito di interventi privati di contrasto all’erosione o di ripascimento che sono stati autorizzati troppo superficialmente.
Noi chiediamo alla nuova Giunta regionale e al nuovo Presidente di cambiare radicalmente le cose e andare oltre quanto genericamente promesso, peraltro solo da alcuni di loro ( vedi programmi candidati lazio coste e erosione ).
Ecco le nostre proposte per il riordino della gestione del Demanio marittimo laziale:
~ MENO CONCESSIONI PIÙ SPIAGGE LIBERE Bisogna garantire una quota minima di spiagge libere non inferiore al 60 per cento del totale di arenile balneabile. Le concessioni dovranno quindi diminuire di numero e non potranno durare più di 5 anni (al massimo 8 se si provvede alla eliminazione, completa o in parte, delle strutture non amovibili);
~ PERCORSI PARTECIPATI: Chiediamo una procedura che garantisca la partecipazione dei cittadini e delle associazioni ad ogni tavolo di concertazione regionale e comunale per la materia del demanio marittimo e i Piani di Utilizzo degli Arenili;
~ TUTELA AMBIENTALE è indispensabile la tutela della costa e delle spiagge e l’adozione, da parte delle Amministrazioni regionale e comunali, di progetti che prevedano decementificazione delle spiagge, l’obbligo di impiegare in via esclusiva strutture rimovibili in legno, la protezione degli habitat e della biodiversità. In particolare la tutela delle tartarughe marine che anno dopo anno aumentano la nidificazione proprio sulle spiagge del Lazio, come ben confermano i dati della stessa struttura regionale dedicata, Tartalazio ;
~ LOTTA ALL’EROSIONE Adozione di progetti di protezione della costa dai fenomeni di erosione e di innalzamento del livello del mare che in via di principio dovranno escludere la realizzazione di opere rigide, nello spirito delle linee guida adottate già dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con ISPRA, ovvero perseguire al contrario la progressiva rinaturalizzazione degli arenili. In particolare favorire interventi di riqualificazione della costa sabbiosa laziale che non vadano ad alterare la qualità e la fruibilità del sedimento sabbioso;
~MASSIMA TRASPARENZA La procedura di selezione dei candidati alla gestione dei tratti di arenile deve presentare adeguate garanzie di imparzialità e trasparenza, privilegiare le offerte che prevedano percorsi di rinaturalizzazione delle spiagge e l’esclusione di concorrenti che abbiano commesso abusi o violazioni nella gestione delle aree demaniali in concessione.