Mercoledì 20 ottobre il Coordinamento Nazionale Mare Libero ha organizzato un sit-in in Piazza Cairoli a Roma, a pochi passi dalla sede del Consiglio di Stato riunito in adunanza plenaria, per manifestare contro le proroghe illegittime delle concessioni balneari.
Le questioni in esame a Palazzo Spada peraltro non riguardavano le proroghe, che la giurisprudenza ha già ampiamente confermato essere contrarie al diritto dell’Unione Europea, bensì alcuni quesiti emersi da una singolare interpretazione della direttiva Bolkestein ad opera del TAR Lecce, come ben spiegato dal Presidente del CoNaMaL, Avv. Roberto Biagini, in una intervista a “Il Fatto Quotidiano”.
Al sit-in erano presenti gli attivisti e le rappresentanze dei Comitati e delle Associazioni aderenti al Coordinamento Nazionale, che hanno voluto far sentire la loro voce alle istituzioni e ai cittadini, per denunciare l’ingiustizia del susseguirsi ininterrotto di proroghe che ha legittimato di fatto la privatizzazione del più prezioso bene pubblico dell’Italia, le spiagge, sottraendolo alla collettività.
Da Liguria, Toscana, Campania, Emilia Romagna e Lazio, i cittadini hanno chiesto alla politica di assumersi finalmente la responsabilità di applicare le leggi europee e nazionali e di riaffermare la proprietà pubblica del demanio marittimo, di dichiarare la illegittimità di tutte le proroghe , di prevedere almeno il 60% di spiagge libere in ciascun comune costiero e di varare al più presto una legge quadro sulle concessioni, che preveda gare ad evidenza pubblica, garantisca la tutela della natura e il rispetto effettivo dei diritti dei bagnanti.
L’iniziativa pubblica del Coordinamento Nazionale Mare Libero ha offerto l’occasione per ribadire che le spiagge non sono un “affare” da discutere esclusivamente con categorie imprenditoriali che finora hanno solo goduto di vantaggi economici monopolistici, ma un importante tema da affrontare con tutti i cittadini, ovvero i titolari effettivi di un importantissimo bene collettivo. Una partecipazione pubblica indispensabile soprattutto ora che le spiagge italiane sono seriamente minacciate dall’erosione e dai cambiamenti climatici.
Il Coordinamento Nazionale Mare Libero quindi proseguirà la sua campagna di iniziative, raccogliendo il sostegno ulteriore di gruppi che si stanno già costituendo nei territori di altre regioni, come la Puglia, con l’obiettivo di partecipare, almeno con pari dignità dei concessionari “scaduti”, alla stesura della legge di riordino del sistema delle concessioni.