Mentre in Italia risulta ogni giorno sempre più evidente l’ intento perseguito dalla “corporazione dei balneari”, in concorso con la “politica al proprio servizio”, di allungare i tempi di gestazione del “DDL concorrenza” in modo da poter giustificare il lamento del “non è pensabile per le P.A. preparare le pubbliche evidenze” per la stagione 2024”, la Commissione europea, conoscendo i “vizi atavici” del sistema Italia, ci ricorda direttamente o per interposta “nazione” che dal rispetto della direttiva Bolkestein e del T.F.U.E. non si scappa, in particolare se si volesse solo pensare, molto velleitariamente, di aggirare la regola della linea di partenza uguale per tutti, proponendo surrettizie corsie preferenziali per i concessionari storici, o quella (regola) degli eventuali indennizzi per gli investimenti effettuati riconosciuti caso per caso e solo in presenza di giustificati e documentati motivi e non a “fondo perduto e per tutti” come invece pretenderebbero i “balneari”. Si tratta di aspetti chiave che insistono sui quei principi concorrenziali “non negoziabili” secondo Bruxelles. Per quanto riguarda “la corsia preferenziale”, “appena una settimana fa la Commissione ha “avvertito” il Portogallo con l’apertura di una procedura d’infrazione. Avevamo già espresso perplessità, nel nostro excursus sui diversi sistemi concessori europei sul tema, in ordine alla modalità prevista dalla legislazione portoghese che conferisce ai titolari di concessioni balneari esistenti un diritto di preferenza nelle procedure di gara. E puntualmente, secondo Bruxelles, tale modalità non risulta compatibile con la direttiva sui servizi e/o con la libertà di stabilimento ai sensi del T.F.U.E. Tale trattamento preferenziale a favore degli “operatori storici” dissuaderebbe le imprese situate in altri Stati membri dal fornire servizi balneari in Portogallo. Ricordo che le spiagge del Portogallo (e quelle spagnole) sono state citate spesso come esempi “virtuosi” da parte dei “balneari” per dimostrare una disparità di trattamento tra gli Stati membri soprattutto a danno, a loro dire, dell’Italia stessa. Abbiamo già smontato in punta di diritto l’inconsistenza della “barzelletta” raccontata: ora anche l’Europa ci viene in ausilio cona la procedura aperta contro Lisbona. Ma non basta: anche la noiosa litania del “riconoscimento degli investimenti effettuati” è stata recentemente oggetto di un intervento della Commissione. Infatti l’ 11 Aprile u.s. il commissario per il Mercato interno e i servizi Thierry Breton rispondendo ad un’interrogazione dell’eurodeputata della Lega, Rosanna Conte, ha delineato per l’ ennesima volta la cornice entro la quale si disciplina la materia e dalla quale è impossibile uscire : “insostenibilità delle reiterate proroghe previste dalle leggi italiane e valutazione caso per caso della invocata tutela, ove giustificata, degli investimenti effettuati”. Non solo: Breton chiede che la riforma italiana sia approvata quanto prima per “consentire a tutti gli operatori, comprese le numerose piccole e medie imprese del settore, di svolgere le attività e di pianificare gli investimenti senza l’incertezza e i rischi di lunghi contenziosi”. La sostanza è chiara: il limbo legislativo danneggia prima di tutto i titolari delle concessioni in balia di ricorsi e ordinanze locali che puntualmente vengono strapazzati dagli organi della giustizia amministrativa.
Sarebbe poi curioso conoscere, se qualcuno per caso avesse ha fatto recapitare a Bruxelles “un bignami” degli “emendamenti fantasia” presentati in Senato a favore dei balneari, i pareri e i giudizi della Commissione stessa sul “lavoro” della politica italiana in merito. Sappiamo che sono sistematici i tentativi per trasformare le gare pubbliche in procedure di finta concorrenza, impedire la partecipazione di imprese straniere o addirittura per escludere dalle gare le spiagge di alberghi e camping. Nella gran parte dei casi presi in esame le norme del governo (non che queste ultime siano un capolavoro, intendiamoci) vengono capovolte, lasciando inalterati i privilegi acquisiti, fino a prevede l’esclusione dalle gare per le concessioni antecedenti al 2009. Vedremo cosa verrà partorito dal Parlamento, ma temo che la giustizia amministrativa, comunitaria e costituzionale, per i prossimi anni avranno il loro bel da fare per rimediare ai danni cagionati dall’ incompetenza politica.
Il Presidente del Co.Na.Ma.L.
Roberto Biagini